Anche il Pd "scarica" il Rettore

TERAMO – La querelle infinita che mette a rumore i vertici dell’Università di Teramo, se contestualizzata nel grave momento di crisi economica del Paese e associata alle contraddizioni della classe dirigente, suona come drammatico campanello di allarme nel quadro sociale della città. Lo sostengono i capigruppo del Partito democratico nei consigli comunale e provinciale, Giovanni Cavallari e Renzo Di Sabatino, in una nota congiunta. Nell’osservare un «impoverimento» della città, oltre alla crisi produttiva e bancaria con lo smantellamento nel corso degli anni di sedi, uffici e centri direzionali, gli esponenti Pd ritengono «urgente, e non più rinviabile, predisporre un programma straordinario di salvaguardia e di rilancio dell’Ateneo teramano, che non può che non tradursi anche in un rilancio economico sociale e culturale della città». Sull’Università, Cavallari e Di Sabatino chiedono «un’ampia discussione quale presupposto necessario per la più larga condivisione possibile di un progetto in grado di mobilitare le migliori forze dell’ateneo stesso e volto a ricondurlo al di fuori della attuale situazione di criticità finanziaria, organizzativa, relazionale e, in estrema sintesi, di progressiva paralisi operativa». Servono dunque nuove elezioni, considerato «che – scrivono i consiglieri – l’attuale situazione non pone il Rettore nelle condizioni di garantire il mandato, non tanto e non solo sotto il profilo delle dubbie garanzie di legittimità, quanto sotto il profilo della gestione politica». L’appello al Rettore, Rita Tranquilli Leali, è di rendersi conto che «l’autorevolezza di una figura istituzionale si misura anche dalla capacità di accettare scelte che possono non condividersi, ma che sono inevitabili e non posticipabili, quando a prevalere è l’interesse collettivo».